- LA DEFINIZIONE DEL SE'
Intorno al primo anno di vita i bambini cominciano a esprimere le prime emozioni e a comprendere quelle degli altri: sorridono se qualcuno sorride. Lo sviluppo emotivo del bambino è possibile grazie all'integrazione delle dimensioni cognitive, percettive e motorie del bambino con il proprio sè, che si viene a formare in questa fase. In questo senso si può definire il s+ come la totalità delle componenti psichiche individuali che permettono di fare proprie esperienze esterne, riuscendo a distinguere ciò che appartiene a se stessi da ciò che appartiene alla realtà esterna.
- LA TEORIA DELLA DIFFERENZIAZIONE DI BRIDGES
Nelle sue ricerche degli anni trenta, la psicologa canadese Katherine Bridges, esponente della teoria della differenziazione, sostiene che i bambini, al momento della nascita, provano solo una sortra di generica eccitazioen, ovvero delle emozioni prevalentemente indifferenziate, che si manifestano attraverso movimenti disordinati e con il pianto.Solamente in seguito le emozioni iniziano a differenziarsi.
Secondo la tesi dell'approccio differenziale di Carroll Izard, il bambino è fin dalla nascita in grado di provare interesse, gioia, disgusto e dispiacere. Le prime tracce dell'emotività sarebbero dimostrate dalle diverse espressioni che il neonato è capace di manifestare, come per esempio il sorriso di serenità e soddisfazione dopo il pasto. Si tratta di emozioni che possono svolgere una funzione adattativa, e che servono per interagire con l'ambiente fisico e sociale, sia a segnalare alla madre il proprio disagio. Secondo questa corrente di pensiero, altre emozioni come la rabbia e la paura, farebbero invece la loro comparsa solo più tardi, con l'acquisizione della deambulazione e dello sviluppo motorio.
Nessun commento:
Posta un commento