mercoledì 21 novembre 2018

PSICOLOGIA: Lo sviluppo cognitivo - teorie e protagonisti

1. IL COMPORTAMENTISMO 

  • SPECIFICITÀ DELLO SVILUPPO COGNITIVO
Oggi la maggior parte degli studiosi concorda nel ritenere che lo sviluppo cognitivo avvenga in stretta relazione con lo sviluppo fisico-motorio e con lo sviluppo affettivo e sociale del bambino. Tuttavia è possibile evidenziare alcuni processi fondamentali che caratterizzano in modo peculiare lo sviluppo cognitivo. 
  • IL CONDIZIONAMENTO CLASSICO IN WATSON
John Broadus Watson è considerato il fondatore del comportamentismo. Nel 1913 scriveva La psicologia dal punto di vista comportamentista, in cui sosteneva un nuovo approccio allo studio dei fenomeni psicologici: oggetto di studio della psicologia sono i comportamenti manifesti che possono essere osservati e analizzati in modo obbiettivo e scientifico. Secondo Watson la psicologia non deve occuparsi dei processi mentali superiori né di concetti non verificabili, bensì utilizzare il metodo delle scienze naturali e considerare esclusivamente dati controllabili.
Watson prende spunto dagli esperimenti del fisiologo ed etologo russo Ivan Pavlov sul condizionamento: l’apprendimento per condizionamento risulta un’associazione tra uno stimolo e una risposta. Pavlov associa allo stimolo del cibo quello di un campanello e successivamente ottiene che la salivazione del cane aumenti al suono del campanello. Tale esperimento di condizionamento classico dimostra che è possibile condizionare una risposta riflessa ed evidenzia il ruolo dell’apprendimento nei comportamenti.
  • IL CONDIZIONAMENTO OPERANTE IN SKINNER
Burrhus Frederic Skinner approfondisce lo studio del condizionamento operante, cioè quello per il quale il soggetto produce una risposta che ha un effetto sull’ambiente. Nel suo esperimento noto come Skinner box il topolino che vi era rinchiuso apprende a scacciare la leva per ottenere il cibo. Skinner sottolinea l’importanza del rinforzo. I rinforzi possono essere positivi o negativi. L’apprendimento in base a un rinforzo avviene nei vari ambiti della vita quotidiana.

lunedì 19 novembre 2018

PEDAGOGIA: Leggere la pedagogia


IL DESIDERIO DI CONOSCERE
di Mosè Maimonide

Un allievo avido di sapere:
Immagine correlataO nobile allievo rabbi Yosef ben Yehudah, giacchè ti sei presentato presso di me e sei giunto dai paesi più lontani per studiare da me, hai avuto grande stima presso di me per il tuo grande desiderio di studiare, e giacchè io ho visto nei tuoi poemi la tua forte inclinazione alle cose speculative - quando mi hanno raggiunto la tua lettera e le tue maqamat da Alessandria - prima di sottoporre a esame la tua intelligenza, mi sono detto: forse il suo desiderio di conoscere è più forte della sua capacità di comprensione. Ma dopo che tu hai fatto con me i tuoi studi di astronomia, e prima di essi quel tanto di matematica che era a essi neccessario, sono stato più lieto per te a causa della bontà del tuo pensiero e della rapidità della tua intelligenza; e quando ho visto il tuo forte desiderio di apprendere la matematica, ho lasciato che ti esercitassi in essa perchè ho compreso quale era il tuo destino. Giacchè poi tu hai fatto con me i tuoi studi di logica, le mie speranze si sono appuntate su di te e ti ho ritenuto pronto perchè io ti rivelassi i segreti del libro profetico. Affinchè ti apparisse ciò che, di essi, deve apparire chiaro agli uomini perfetti, io ti ho fatto allusioni e accenni; e ho visto che tu cercavi di ottenere da me ulteriori indicazioni, e mi chiedevi di spiegarti un pò di metafisica e di esporti, a tale proposito, le dottrine dei teologi, se il loro metodo fosse dimostrativo o no, e da quele arte derivasse. Ho visto che avevi già avuto qualche rudimento su questo punto da altri, e he tu eri sconcertato e stupefatto, e la tua nobile anima ti domandava "di trovare parole piacevoli".

Un maestro disponibile:
Io non ho cessato di distoglierti da questo, e ti ho ordinato di prendere le cose secondo un certo ordine, con l'intenzione che la verità fosse chiara per via metodica, non che la certezza ti giungesse per accidente. Durante il periodo nel quale siamo stati insieme, quando vi era in un versetto biblico o in una delle senteze dei sapienti un'allusione a un concetto strano, io non ho rifiutato di spiegartelo; e quando Dio ha deciso la nostra separazione e tu ti sei recato dove ti sei recato, quegli incontri hanno fatto rinascere in me una risoluzione che si era, nel frattempo, indebolita, e la tua assenza mi ha mosso a comporre quest'opera, che ho composto per te e quelli come te - per quanto pochi siano. L'ho disposta in capitoli non coordinati e tutto ciò che vi ho scritto arriverà, a poco a poco, dove tu ti troverai. Sta' sano.


sabato 10 novembre 2018

PEDAGOGIA: Leggere la pedagogia

LA RICERCA DELLA VERITA'
di Pietro Abelardo

La domanda come chiave d'acceso alla sapienza:
Abbiamo pensato di raccogliere le diverse opinioni dei Padri, per quanto ne abbiamo memoria, le quali, per certe disonanze che sembrano avere, sollevano questioni tali che possono provocare le giovani menti al più alto esercizio di ricercare la verità e le possono così rendere più acute, proprio per tale indagine. In effetti, la prima chiave della sapienza è proprio la domanda assidua o frequente; Aristotele stesso, il più intelligente di tutti i filosofi, ha esortato gli studiosi a prenderla in considerazioni, dicendo: Ma forse è difficile raggiungere assolutamente la chiarezza in queste cose, se non sono considerate attentamente.

L'utilità del dubbio:
Non sarà perciò inutile dubitare di ciascuna cosa. Dubitando, infatti, siamo indotti alla ricerca e ricercando percepiamo la verità , secondo quanto la Verità stessa ha detto: Chiedete e troverete, bussate e vi sarà aperto (MT. VIII).

(Pietro Abelardo, Sic et non, prologo)


domenica 4 novembre 2018

SOCIOLOGIA: Le origini della sociologia

5. L'APPROCCIO CRITICO DI KARL MARX

    Risultati immagini per karl marx
  • I RISVOLTI NEGATIVI DELL'INDUSTRIALIZZAZIONE
Se l'atteggiamento di fondo dei positivisti è ottimistico, altri sociologi hanno invece manifestato una forte preoccupazione di fronte ai cambiamenti avvenuti con la Rivoluzione industriale. 
E' il caso esemplare di un'altra grande figura che, con i positivisti, domina i momenti iniziali della storia della sociologia: Karl Marx.
Marx riflette principalmente sugli sconvolgimenti umani da essa prodotti. Marx vede una società conflittuale e soggetta a periodiche rivoluzioni.
  • IL MODO DI PRODUZIONE CAPITALISTICO
Risultati immagini per operai a lavoro agli inizi del xx sec
Il merito principale di Marx è aver focalizzato come i nuovi processi produttivi instaurati dalla Rivoluzione industriale abbiamo dei risvolti sociali non solo perchè permettono di produrre molte più merci molto più in fretta, ma anche perchè modificano la relazione che i produttori delle merci, cioè gli operai, instaurano con se stessi e con il mondo circostante. Infatti l'industria moderna basa tutta la propria forza sull'uso dei macchinari che nessun singolo operaio può possedere in proprio per svolgere autonomamente il proprio lavoro.

  • L'ALIENAZIONE E IL PROLETARIATO
I principali risvolti sociali di questo sistema di produzione stanno nella creazione di individui alienati e nella nascita di una nuova classe sociale, quella del "proletariato". L'alienazione consiste nel fatto che l'operaio è costretto a vedere ad altri la propria attività e quindi a vendere se stesso, la "forza-lavoro" (capacità di lavoro) che egli rappresenta.
L'alienazione è il sentirsi del tutto estranei agli esiti della propria attività. 
La nuova classe sociale che nasce con il nuovo sistema di produzione è detto "proletariato" perchè possiede soltanto la propria prole, potenziale nuova forza-lavoro da vendere.
  • STRUTTURA E SOVRASTRUTTURA
Per marx i rapporti economici che accompagnano l'industralizzazione sono la vera causa di tutti i restanti fenomeni sociali caratteristici della società industriale. Perciò Marx ritiene che i rapporti economici costituiscono in un certo senso la Struttura della società, cioè l'impalcatura che determina l'ordine e i mutamenti sociali: la società verrebbe determinata non dal modo di pensare o di agire degli esseri umani, ma dai modi di produzione e dai rapporti di produzione, che sono indipendenti dalla loro volontà. 
Tutti i restanti fenomeni sociali per Marx non sono che una sovrastruttura, cioè l'insieme di manifestazioni che riflettono quanto avviene nella sottostante struttura economica.

sabato 3 novembre 2018

SOCIOLOGIA: Le origini della sociologia

5. L'APPROCCIO OTTIMISTA: IL POSITIVISMO

  • LA NASCITA DELLA SOCIOLOGIA
La sociologia nacque dall'esigenza di trovare delle risposte agli enormi problemi causati dall'industrializzazione e si alimentò di una fede cieca nelle possibilità aperte dalla scienza moderna.
L'obiettivo immediato dei primi sociologi non fu però quello di trovare soluzioni pratiche per questioni specifiche: essi non si proponevano di guidare l'intervento diretto dei governanti per risolvere singoli problemi, quali l'istruzione, le periferie urbane e l'ordine pubblico.
  • L'OTTIMISMO DEI POSITIVISTI
Alcuni studiosi manifestarono un certo ottimismo, ponendo l'accento soprattutto sul fatto che l'industrializzazione comportava un forte impulso di progresso nella capacità dell'essere umano di dominare e soggiogare la natura ostile.
Ciò avvenne principalmente nell'ambito della corrente di pensiero del positivismo, rappresentato in sociologia dai lavori di Auguste Comte e di Herbert Spencer. Per la cultura positivista, infatti, il progresso tecnologico costituiva un guadagno sicuro per l'umanità, se paragonato alle forme di esistenza e di società legate ai ritmi e ai prodotti della natura, quali erano quelle antecedenti alla rivoluzione industriale.

SOCIOLOGIA: Le origini della sociologia

1. LE RADICI FILOSOFICHE

  • NATURALISMO E CONTRATTUALISMO
La sociologia non è sempre esistita, anche se sin dalle origini l'essere umano si è interrogato sul senso del suo vivere insieme ad altri uomini.
Risultati immagini per auguste comteCome altre scienze, anche la sociologia è nata storicamente da una costola della filosofia. In precedenza era ai filosofi che si chiedeva di spiegare il funzionamento e le cause dei fenomeni della natura, dell'essere umano, della società e solo nei secoli più recenti le singole discipline si sono emancipate, sviluppando metodi e procedure propri e diventando così delle scienze empiriche. 
Il termine "sociologia" è stato usato per la prima volta dal filosofo francese Auguste Comte nel suo Corso di filosofia positiva (1839), ma già da due secoli alcuni filosofi si erano posti quello che abbiamo visto essere il problema caratterizzante della ricerca sociologica: com'è possibile che molti individui si assoggettino alle norme necessarie per vivere in società?
Per molti secoli era stata dominante una concezione che potremmo definire naturalistica, secondo la quale la società umana sarebbe un fatto del tutto naturale scaturita dalla socievolezza istintiva dell'uomo.
Risultati immagini per montesquieu
  • MONTESQUIEU E LO "SPRITO DELLE LEGGI"
Tra i contributi più significativi in questo periodo ci fu quello di Montesquiu che mise in evidenzia la teoria del contatto sia priva di attenzione per l'evoluzione delle culture.
La sua opera "lo spirito delle leggi" costituisce il primo tentativo rilevante di fornire una spiegazione empirica, cioè basata su esperienze, dei fatti sociali. Infatti, secondo lui, la questione della società no può essere affrontata senza aver tenuto conto della situazione storica e ambientazione in cui un popolo vive.

PSICOLOGIA: Lo svilluppo del bambino - percezione, movimento, linguaggio

6. SECONDA INFANZIA, FANCIULLEZZA E PUBERTA'

  • LA SECONDA INFANZIA
Immagine correlataI primi due anni di vita del bambino rappresentano un periodo di notevoli cquisizioni nel processo di maturazione individuale e di cambiamenti continui e rilevanti. Il periodo che va da ìi 2 ai 6 anni è chiamato seconda infanzia. In questa fase le abilità motorie subiscono modificazioni continue.
Correre, salire le scale, mangiare, vestirsi, lavarsi in modo autonomo, sono solo alcuni dei progressi del bambino dai 2 anni in avanti.

  • LA FANCIULLEZZA
Risultati immagini per bambino impara a leggere, scrivere
Nella fase della fanciullezza, che ha inizio dopo i 6 anni, la crescita del bambino avviene più lentamente. In questo periodo migliorano le prestazioni motorie e il coordinamento dei movimenti. La maggior padronanza del linguaggio e le sviluppate capacità di memorizzazzione consentono al bambino di apprendere rapidamente nuove conoscenze e di organizzare le sue acquisizioni in un sistema coerente. Attraverso la scuola il fanciullo impara a leggere e scrivere e ampia il proprio bagaglio di conoscenze, oltre a sviluppare abilità sociali e di comunicazione.
  • LA PUBERTA'
Intorno ai 10/11 anni si incomincia a parlare di pubertà, ovvero del periodo che precede l'adolescenza. Come per le tappe precedenti, l'età può variare: ci sono bambini e bambine che già verso gli 8 anni cominciano a manifestare i primi segni di cambiamenti fisici di questi anni, come l'aumento di dimensioni del seno nelle ragazze e dei testicoli nei maschi. Le modificazioni ormonali, cioè legate agli ormoni, e i mutamenti fisici di questi anni costituiscono una fase di passaggio molto delicata che prelude al complesso periodo dell'adolescenza.


venerdì 2 novembre 2018

ANTROPOLOGIA: Laboratorio delle competenze

L'INCONTRO CON L'ALTRO, IL DIVERSO

ZOO UMANI. L'invenzione del selvaggio svela la storia di donne, uomini e bambini portati da Africa, Asia, Oceania e America per essere esposti nel mondo occidentale nei circhi, in spettacoli teatrali o di cabaret, fiere, zoo, sfilate, villaggi ricostruiti o fiere internazionali e coloniali. La pratica è iniziata nelle corti reali del XVI secolo e ha continuato ad aumentare fino alla metà del XX secolo in Europa, America e Giappone.

Risultati immagini per l'incontro con l'altro, il diversoUna vasta gamma di dipinti, sculture, manifesti, cartoline, filmati, fotografie, modanature, diorami, miniature e costumi fornisce informazioni sulla portata del fenomeno e sul successo del settore degli spettacoli esotici, che ha atratto più di un miliardo di spettacoli che, tra il 1800 e il 1958, sono rimasti incantati da più di 35.000 persone in tutto il mondo. Attraverso 600 oggetti e la proiezione di numerosi archivi cinematografici, la mostra illustra come questo tipo di prestazioni, usate come propaganda e intrattenimento, abbiano plasmato la prospettiva occidentale e profondamente influenzato una certapercezione dell'Altro per quasi cinque secoli.
La mostra esplora le sottili - a volte- linee che separano gli individui dai mostri esotici, la scienza dal voyeurismo, l'esibizionismo dallo spettacolo. Interroga inoltre i visitatori sui propri pregiudizi contemporanei.
Le esposizioni scompaiono gradualmente negli anni '30, ma ebbero l'effetto di fissare un confine tra l'esposto e gli spettatori. Che pone la domanda: quella linea rimane ancora oggi?

ANTROPOLOGIA: Origini e metodi

3. LA PRATICA ANTROPOLOGICA

  • CHE COSA FA UN ANTROPOLOGO
Gli antropologi si sono occupati per molto tempo soprattutto dei popoli a loro contemporanei ma geograficamente lontani. Lo studio delle istruzioni sociali e politiche, dei riti, delle credenze religiose, delle tecniche di fabbricazione dei manufatti, dell'arte dei popoli lontani e "diversi" da quelli europei o d'origine europea ha costituito l'oggetto privilegiato dell'antropologia.
  • L'ANTROPOLOGIA OGGI
Oggi gli antropologi studiano tanto le popolazioni urbane dei Paesi extraeuropei quanto quelle della stessa Europa e del Nord America, i popoli nomadi dell'Asia, i minatori delle Ande e i gruppi di adolescenti delle aree urbane delle città dei Paesi economicamente sviluppati.
Studiano gli uomini cacciatori-raccoglitori africani, le comunità di villaggio indiane, i movimenti migratori verso l'Europa e gli Stati Uniti, e anche quelli permercanti, le sette religiose, le imprese, gli ospedali, i conflitti etnici e molto ancora.
  • IL METODO DI RICERCA: LA PRATICA ANTROPOLOGICA
Alla base della pratica antropologica c'è sempre dunque un contatto diretto con le popolazioni di cui si parla. Per pratica antropologica intenderemo il fatto di voler affrontare l'incontro con esseri umani con costumi, tradizioni, istituzioni e credenze diverse dai propri, unendo le conoscenze teoriche della disciplina con la personale esperienza di osservazione, riflessione e ricerca.

ANTROPOLOGIA: Origini e metodi

2. LA DOMANDA SULLA DIVERSITA'

  • QUANDO NASCE L'ANTROPOLOGIA?
Immagine correlata
Per trovare tracce degli inizi dell'antropologia a noi più vicine bisogna guardare al Quattrocento e al Cinquecento, all'Umanesimo, al Rinascimento e soprattutto ai dibattiti che seguiranno alla scoperta dell'america (1492). Gli intelletuali umanisti e rinascimentali cominciarono a vedere gli esseri umani come soggetti capaci di decidere del proprio destino, di esplorare la natura e studiarne le leggi e i meccanismi nascosti. Essi guardarono a una figura umana capace di migliorarsi, di affinarsi.

  • GLI INTERROGATIVI A CUI L'ANTROPOLOGIA VUOLE RISPONDERE
La scoperta e la conquista del nuovo mondo allargarono enormemente gli orizzonti delle conoscenze e fecero nascere nuove domande non solo sulla natura animale e vegetale lì molto diversa rispetto all'Europa, ma anche sugli esseri umani, sulla storia e sulla religione.
  • LE ORIGINI DELLA RIFLESSIONE ANTROPOLOGICA
Le descrizioni dei cotumi e delle istruzioni sociali dei popoli lontani dall'Europa divennero sempre più numerose, ma, sebbene davvero eccezionali in alcuni casi, non rientravano in un vero e proprio progetto scientifico riconoscibile come "antropologico".
  • LE TESI FONDAMENTALI
Perchè cominciasse a prendere forma una scienza che possiamo riconoscere come antropologica si dovettero attendere gli effetti prodotti dall'Illuminismo.
L'Illuminismo fu un movimento intellettuale composito alla quale parteciparono letterati e filosofi, artisti e scienziati naturali. Fu un movimento per il riconoscimento della dignità umana, fondato sull'idea che tutti gli esseri umani sono dotati di ragione, in favore della libera ricerca e della libertà d'espressione. Fu in questo clima culturale che, nel corso del Settecento, alcuni studiosi della natura cominciarono a elaborare una teoria sull'unità del genere umano, come unica spiece costituita da individui potenzialmente dotati delle stesse facoltà mentali.

ANTROPOLOGIA: Origini e metodi

1. ANTROPOLOGIA SIGNIFICA...

  • LA SCIENZA CHE STUDIA IL GENERE UMANO
La parola antropologia significa studio del genere umano.
Sono molte le scienze che studiano il genere umano: filosofia, psicologia, pedagogia, sociologia, storia, demografia, geografia e la genetica. Di conseguenza ci dobbiamo chiedere: quale aspetto particolare del genere umano è studiato dall'antropologia?
  • LO STUDIO COMPARATIVO DELLE DIVERSE CULTURE
L'antropologia studia il genere umano dal punto di vista culturale. Studia cioè le idee e i comportamenti che sono caratteristici dell'esseri umani che vivono in società ra loro lontane nello spazio e nel tempo, e diverse per tradizioni, costumi e stili di vita. Lo scopo dell'antropologia non è soltanto quello di conoscere le differenze. L'antropologia ha per obbiettivo anche lo studio delle somiglianze che esistono tra idee e comportameni tipici di società trra loro diverse: essa è di conseguenza, un sapere comparativo.

PEDAGOGIA: Maestri e allievi

3. IL RUOLO SOCIALE DEL MAGISTER

  • DA MAGISTRI A PROFESSORES
Nel tardo medioevo la figura del maestro acquistò una crescente importanza, anch in considerazione dell'evoluzione storica e didattica delle scuole e delle università.
Il magister universitario è uomo di mestiere, che svolge una professione, nella quale ha competenza e autorità e che "riconosce il legame fra la scienza e l'insegnamento".
Se i maestri di grammatica e di abaco proseguirono la loro costante e silenziosa opera di istruzione nei livelli primari consolidando la propria posizione anche economica, i professori della Facoltà delle Arti e delle superiori Facoltà di Teologia, Diritto e Medicina acquistarono caratteristiche comuni e prerogative nonchè privilegi che facevano di loro un vero e proprio "corpo".
Il magister che aveva raggiunto tale grado dopo rigorosi studi poteva leggittimamente esercitare la sua professione universalmente.
  • CUSTODE DELLA VERITA'
Il magister doveva mantenere unp stretto legame tra la sua attività di ricerca e l'insegnamento e di essere autorevole e competente di ciò che insegnava. Il legame tra studio e docenza era reso saldo dalla continua ricerca della verità, che era impresa non solo individuale, ma anche comune:se vi era un peccato che il maestro poteva commettere, e del quale doversi pentire gravemente, questo era proprio il peccato contro la verità.

SOCIOLOGIA: Dal Novecento ai giorni nostri

3. TALCOTT PARSONS E LO STRUTTURAL-FUNZIONALISMO LA SOCIETA' INDUSTRIALE AVANZATA Una nuova corrente sociologica si è sviluppata n...