- L'IMPORTANZA DELLA LETTURA
Il fulcro dello studio e dell'insegnamento era costituito dall'ormai tradizionale "lettura" di testi, scelti per la loro autorevolezza, e dalla "disputa" che costituì il carattere specifico di quel metodo scolastico che contraddistinse la cultura dell'epoca, in particolare quella che veniva a formarsi nelle scuole e nelle università.
La lettura era, per i medievali, l'attività principale di apprendimento: come afferma Ugo di San Vittore nel suo Didascalicom "l'inizio del sapere si trova nella lettura". Una buona lettur facilita la comprensione e su ciò si costruisce la memoria, chiave di volta per capire la realtà che ci circonda e "rendersi conto da soli di tutto".
Leggere significava così riconoscere un'autorità e cercare di assimilarla, per poi utilizzarla al fine di raggiungere soluzioni soddisfacenti per i problemi posti. L'argometazione, in tal caso, era tutta volta a mostrare la coerenza, o la deducibilità, di determinate affermazioni da enuncianti e dottrine che non potevano essere messe in dubbio e che fungevano dunque da norma e criterio del ragionamento.
- COME SI LEGGEVA
La lettura di un testo era perciò assai complessa: essa comportava un'analisi della struttura del testo, volta alla sua suddivisione in parti, ognuna delle quali era ridotta a porzioni di testo sempre più piccle, fino ai singoli enunciati, al fine di ottenere una chiarezza sempre maggiore e conseguire una conoscenza sicura. Ciascuna parte poi veniva esposta e commentata, in modo da matterne in luce la struttura grammaticale, il significato dei termini usati , spiegando le parole difficili e fornendo anche le informazioni più indispensabili nonchè l'intenzione dell'autore.