venerdì 15 febbraio 2019

PSICOLOGIA: Lo sviluppo cognitivo - teorie e protagonisti

4. JEROME BRUNER TRA COGNITIVISMO, COSTRUTTIVISMO E PSICOLOGIA CULTURALE 
  • IL RUOLO DELLE CONDIZIONI E DELLE MOTIVAZIONI NEI PROCESSI COGNITIVI
Lo psicologo statunitense Jerome Bruner ha dato un contributo importante agli studi sullo sviluppo dei processi cognitivi. Egli ha approfondito lo studio del funzionamento della mente umana con i suoi studi si è posto in contrapposizione al comportamentismo.
http://www.crescita-personale.it/site/image/hotspot_article_first/21945.jpgL'autore critica l'idea comportamentista che la percezione, l'elaborazione delle informazioni e gli altri processi cognitivi superiori, quali il pensiero e il linguaggio, avvengono secondo la logica meccanica dello stimolo-risposta, e si rifà invece alla teoria motivazionale. Secondo questa impostazione l'interazione con il mondo esterno viene guidata principalmente dalle condizioni in cui si trova l'organismo e dalle sue necessità o motivazioni.

  • IL COMPORTAMENTISMO INTELLIGENTE E IL RUOLO DELLA RAPPRESENTAZIONE
La percezione ed elaborazione delle informazioni è possibile grazie all'applicazione di una seria di strategie di risposta che hanno lo scopo adattivo di tenere sotto controllo il mondo circostante.
Bruner individua tre diverse forme di rappresentazioni:
> rappresentazioni esecutive: legate ad azioni pratiche, sono caratteristiche del primo anno di vita.
> rappresentazioni iconiche: si basano su immagini mentali, compaiono verso i 12 mesi e si sviluppano progressivamente.
> rappresentazioni simboliche: compaiono verso i 18 mesi e si sviluppano progressivamente nel corso degli anni, fino al periodo dell'adolescenza. 

giovedì 14 febbraio 2019

SOCIOLOGIA: Tra Ottocento e Novecento - La generazione dei classici

4. VILFREDO PARETO

  • COMPORTAMENTI RAZIONALI E IRRAZIONALI
Risultati immagini per pareto vilfredoIl tema del comportamento razionale è centrale anche nell'opera di Vilfredo Pareto, studioso italiano che visse però a lungo a Parigi. Le sue riflessioni hanno permesso di migliorare la nostra comprensione dell'agire sociale e di quello politico. Pareto fu prima di tutto un economista.
Egli si era occupato dei comportamenti economicamente razzionali dei soggetti sociali, cioè di quelle azioni che permettono di ottenere il massimo di benessere possibile col minimo dispendio, nel contesto di certe condizioni prefissate.
Pereto individuò nella sociologia la scienza in grado di studiare e spiegare quei comportamenti irrazionali che costituiscono gran parte dell'agire sociale e che sfuggono all'osservazione dell'economia.

SOCIOLOGIA: Tra Ottocento e Novecento - La generazione dei classici

3. MAX WEBER

  • LA RAZZIONALIZZAZIONE
Max Weber si trova a riflettere come Durkeim sull'evento storico della società industriale, e ne mette in luce alcune caratteristiche molto importanti. A differenza del francese la sua attenzione è però attirata non tanto dall'industrializzazione come tale quanto da un processo più vasto di cui la nascita del capitalismo, prima, e dell'economia industriale, poi, non sono che le manifestazioni più evidenti. Egli lo chiama processo di razzionalizzazione.
Il concetto di razzionalizzazione si tratta di un processo che ha gradualmente trasformato l'atteggiamento dell'essere umano di fronte al cosmop, e che Weber spiega nel modo seguente.
Da sempre l'umanità cerca di spiegarsi ciò che le accade intorno, attribuendo gli eventi a delle cause, a dei motivi: se mi sto bagnando è perchè piove. Ma molto divesrsiu sono l'atteggiamneto dell'uomo premoderno e l'atteggiamento di quello moderno di fronte a ciò che non si capisce, di cui non comprendiamo le cause.
Per Weber la razzionalizzazione della società è quindi quel processo attraverso cui la fede nell'esistenza di cause in linea di principio comprensibili per tutti i fenomeni naturali soppianta gradualmente la credenza che certi fenomeni abbiano cause inconoscibili, rappresentate di solito sotto forma di arbitrio di esseri soprannaturali.
  • LA SECOLARIZZAZIONE
Un fenomeno parallelo alla razzionalizzazione è una progressiva secolarizzazione della società, cioè la perdita di valore delle credenze religiose e superstiziose tradizionali a vantaggio di comportamenti più laici e razzionali. Weber mette in evidenza come la secolarizzazione sia una caratteristuca intrinseca del mondo occidentale industrializzato e non una sua "degenerazione".

SOCIOLOGIA: Tra ottocento e novecento - la generazione dei classici

2. EMILE DURKEIM
  • LE FORZE DI COESIONE SOCIALE
Emile Durkeim studia le grandi trasformazioni che interessano la società europea e in particolare quella francese, in cui egli vive. Egli vuole soprattutto comprendere le forze che tengono coesa una società, impedendo agli interessi dei singoli di entrare in conflitto e provocarne la disgregazione. A tali forze egli dà il nome di solidarietà: una collettività è tanto più "solidale" quanto più si comporta in maniera coesa.
  • LA SOCIETÀ INDUSTRIALE
Nella società industriale l'elevata specializzazione del lavoro e la concentrazione delle persone su territori riporti sociali. Il legame interpersonale, pur trasformandosi radicalmente, non viene meno, permettendo così alla società di continuare a svolgere tutte le sue funzioni vitali.
Risultati immagini per la societa industrialeNella società industriale il vincolo sociale ha dunque caratteristiche diverse dalla preindustriale "solidarietà meccanica". Si tratta di una forma di coesione basata non più sulla somiglianza ma sulla differenziazione degli individui, e quindi sul loro essere complementari gli uni agli altri. Durkeim la chiama solidarietà organica per analogia col legame che unisce i differenti organi di un corpo vivente: un legame basato sulla complementarietà e sulla speccializzazione delle funzioni.


  • LA SOCIOLOGIA DEI SUCIDIO
Risultati immagini per la  sociologia del suicidioUn fenomeno in cui ciò divenne manifesto è quello del sucidio, che Durkeim ha studiato attraverso un'accurata indagine su base statistica. Il suicidio, oggi giustamente considerato un classico della sociologia. Studiando i casi empirici, Durkeim individua tre ragioni per cui un soggetto può togliersi la vita:
> suicidio di tipo altruistico, cioè provocato dall'adesione incondizionata alle norme del gruppo cui si appartiene
> il suicidio egoistico, riguarda un soggetto scarsamente legato alla collettività di riferimento, isolto dal gruppo, emarginato
> il suicidio anomico, tipico della società moderna, si verifica quando i legami sociali sembrano allentarsi e gli individui perdono conseguetemente interesse nella vita collettiva


PEDAGOGIA: Umanisti italiani ed europei

1. LE IDEE PEDAGOGICHE  
  • I CAPISALDI DELLA PEDAGOGIA UMANISTICA 
Per cogliere il senso e la prospettiva dell'educazione e della pedagogia umanistica è necessario considerarne i capisaldi teorici.
Essi si possono così sintetizzare:
> la nuova concezione della natura e dell'esperienza, che ha portato in direzione estremamente diversificate, dalla vera e propria ricerca scientifica condotta con il metodo sperimentale alla crescita dell'interesse nei confronti delle arti occulte
> il "realismo" politico, vale dire la tendenza a slegare l'agire politico e la riflessione filosofica su tale agire dalla morale e dalla religione
> l'intellettuale umanistico si mostrò interamente votato alla ricerca del vero al di là di qualsiasi dogmatismo e di ciò che ancora non si conosce, anche in vista della diffusione sempre più ampia del sapere stesso
> non si può comprendere la grande trasformazione del concetto di scienza nel passaggio cruciale dal Mediovo alla modernità senza tenere presente l'orientamento al futuro degli intellettuali dell'Umanesimo
> in quest'ottica va considerata anche l'autonomia del pensiero e dell'attività creativa che è segno affascinante di tutte le grandi realizzazioni della cultura rinascimentale
  • LA TRASFORMAZIONE DELL' UNIVERSITÀ
Occorre ricordare anche la profonda trasformazione del sistema universitario; la moltiplicazione delle sedi universitarie fra Trecento e Cinquecento sta indicare la crisi dell'egemonia delle pochissime università più antiche e prestigiose, non più in grado di corrispondere ai particolarismi che caratterizzavano la vita civile e politica della prima modernità. Le nuove iniziative locali rispondevano alle esigenze delle famiglie dei ceti più alti attraverso l'iniziativa geniale, e riconosciuta come tale dai concittadini, di alcuni grandi intellettuali-maestri totalmente dediti al compito educativo da loro stessi prescelto come ideale di vita.

venerdì 8 febbraio 2019

SOCIOLOGIA: Tra ottocento e novecento - la generazione dei classici

Immagine correlata1. DA DISCIPLINA NASCENTE A SCIENZA AFFERMATA

  • IL CAMPO D'INDAGINE DEI CLASSICI
 Con il passare del tempo ci si rese conto che, nonostante i grandi problemi che questo avvenimento aveva portato con s, la società continuava a funzionare in modo accettabile: il mutamento non aveva distrutto alla base il vivere associato. Maturò così la convinzione che esiste una capacità di adattamento dei soggetti sociali al cambiamento anche radicale delle condizioni circostanti.
  • L'APPROCCIO DEI CLASSICI
Risultati immagini per max weberI più importanti sociologi di quel periodo affrontarono in vario modo queste problematiche, offrendo efficaci chiavi di lettura della società industriale e dei suoi aspetti più caratteristici. E' una generazione di autori che sono considerati oggi i "classici" della sociologia: Emile Durkeim, Max Weber, Vilfredo Pareto e Georg Simmel hanno infatti portato questa disciplina dallo stato nascente a quello di scienza affermata e universalmente riconosciuta.
   Risultati immagini per durkheim                 Immagine correlata

lunedì 4 febbraio 2019

PEDAGOGIA: Laboratorio delle conoscenze

IGNORANZA E CULTURA
Si credono grandi, e certo son tutti ricchi: e questa è oggi l'unica grandezza tra gli uomini. (...)
Ma tanto più tormentosamente bruciano e sono divorati dal fuoco che hanno dentro, perché anch'essi sono uomini di studio e dediti alle loro elucubrazioni. Ma in maniera tale che il primo di loro è assolutamente ignorante, il secondo ha un po' di cultura, il terzo un po' di più, e il quarto , l'ammetto,ne ha abbastanza, ma così confusa, così disordinata, così fatuamente esibita, per dirla con Cicerone, che sarebbe stato probabilmente meglio non ne avesse alcuna. Per molti infatti la cultura letteraria non è che strumento di pazzi, per quasi tutti di superbia, a meno che non vada a capitare, ma è raro in qualche anima buona e bene educata.
Ecco che c'è quello che sa un sacco di cose sulle belve, sugli uccelli, sui pesci: sa quanti peli ha il leone ha in testa e quante piume l'avvoltoio ha sulla coda, e con quanti tentacoli il polipo imprigiona il naufrago; sa come gli elefanti usino accoppiarsi di schiena e come restino gravidi per due anni (...)
Ma tutte queste cose sono in gran parte false , come si è visto in molti casi di tal genere quanto li si è avuti sott'occhio qui da noi, e comunque quelli che ce le raccontano non le hanno certo verificate : piuttosto , visto che qui non esistono, le hanno credute con più facilità , o le hanno inventate con più spudoratezza. (...). 
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PEDAGOGIA: Tra Medioevo e modernità

2. UNO SPIRITO INNOVATORE

  • IL SUPERAMENTO DEL SISTEMA SCOLASTICO MEDIEVALE 
In questo periodo si fece strada la convinzione che le città non potessero più accontentarsi del sistema scolastico medievale, della cultura monastica e di quella delle grandi sedi universitarie, con un apparato insufficiente di luoghi dedicati all'istruzione dei laici: con l'Umanesimo vi furono risposte più consone alle nuove sensibilità, che posero però le premesse per ulteriori domande, dilemmi e rivendicazioni che segnarono i decenni successivi e che culminarono nel XVII e XVII secolo. Il caso del rapporto tra le discipline eredi del trivio e del quadrivio medievali è eloquente al riguardo: l'Umanesimo sottolineò la necessità di un insegnamento delle discipline letterarie su basi profondamente rinnovate.
  • IN SINTESI: UNA NUOVA EDUCAZIONE
Alcuni tratti salienti dell'Umanesimo e del Rinascimento che possono aiutare a comprendere la portata "pedagogica" delle idee di tale movimento e dell'epoca al quale appartiene possono essere così schematizzati:
> la complessità di ciò che storicamente si considera sotto
 la denominazione di Umanesimo: la ripresa della cultura classica in 
vista di una nuova consapevolezza di cosa siano l'umanità e la cultura medesima sono già di per sè idee che contengono in loro conseguenze di grande portata sul piano delle opzioni educative proprie di quest'epoca
> questi caratteri fondamentali della cultura umanistica non si sono 
affacciati repentinamente che affonda le radice del Medioevo, anche 
se il "destino" dell'Umanesimo fu piuttosto quello di una sorta di "auto-celebrazione" come superamento del teocentrismo medievale
> un altro motivo essenziale fu il valore esemplare attribuito agli antichi e all'imitazione dei modelli della cultura classica, nella quale consistette gran parte della produzione letteraria di matrice umanistica e che influenzò variamente tutte le arti del periodo
  • IL TRATTO DISTINTIVO DELL’UMANESIMO 
L’autonomia dell’uomo appare come un tratto distintivo della cultura umanistica che venne a maturazione piena con il Rinascimento; se l’uomo medievale comprese se stesso nella sua integrazione all’interno di un piano divino che richiedeva da lui adesione e obbedienza, l’uomo rinascimentale puntò a comprendere se stesso, rivalutando lo spunto biblico della “somiglianza” con Dio e leggendo questa vicinanza come la traccia di una propria strada nell’universo.

domenica 3 febbraio 2019

PEDAGOGIA: Tra medioevo e modernità

1. L’AFFERMAZIONE DELL’UMANESIMO

  • ALCUNE QUESTIONI PRELIMINARI
L’affermazione dell’Umanesimo e della sua proposta educativa in Italia pone numerose questioni di carattere storico. Il Medioevo appare ancora come un periodo lungo e oscuro della civiltà europea, durante il quale is sarebbe “conservato” il patrimonio intellettuale dell’età classica fino al “risveglio” che avrebbe dato vita alla modernità. Questa tendenza a svalutare il Medioevo cominciò a farsi strada con l’opera di alcuni intellettuali che animarono il vasto movimento poi definitional con il termine Umanesimo; agli umanisti  stessi is può far risalire l’approccio negativo nei confronti del Medioevo. Come dicono gli umanisiti l’uomo è un essere che is colloca tra la natura e lo spirito, dotato dell’una e dell’altro e dinamicamente capace di innalzarsi alle più alte vette dello spirito, come anche di Cade really nell’abisso della materialitá piú abietta.
  • QUANDO INIZIA L’UMANESIMO?
Definire una di inizio del periodo preso in esame non è facile, così come è difficile stabilire gli iniziatori dell’Umanesimo. Nella storiografia letteraria alcuni fanno risalire a Dante Alighieri l’avvio di motivi “umanistici” e “ rinascimentali”, soprattutto per via del contesto sociale ed economico della Firenze trecentesca nel quale l’opera di Dante si colloca. Sul piano letterario è tuttavia a Francesco Petrarca che la maggior parte degli studiosi attribuisce il ruolo di iniziatore della nuova corrente umanistica.
  • LA NASCITA DELLA FILOLOGIA 
I primi umanisti si diedero a grandi ricerche negli archivi e nei fondi delle biblioteche e dai loro sforzi per ritrovare antichi manoscritti trascurati e studiare così i testi stessi nacque la moderna filologia, una delle acquisizioni di maggior rilievo dell’Umanesimo, anche sul piano educativo. Proprio lo studio filologico connotò infatti la ripresa dell’insegnamento delle lingue classiche, individuandolo come uno degli assi portanti dell’istruzione in età moderna.

SOCIOLOGIA: Dal Novecento ai giorni nostri

3. TALCOTT PARSONS E LO STRUTTURAL-FUNZIONALISMO LA SOCIETA' INDUSTRIALE AVANZATA Una nuova corrente sociologica si è sviluppata n...